30/08/2021

Contrazione dei consumi e dell’acquisto di beni durevoli: scenari di ripresa

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Il 2020 è stato un anno difficile sotto molti punti di vista: a causa del Covid-19 la situazione globale non è stata compromessa solo dal punto di vista sanitario ma, ovviamente, anche da quello finanziario. Su giornali e stampa si è spesso parlato in modo approfondito di realtà lavorative in difficoltà, dipendenti che hanno perso il lavoro, aziende che hanno chiuso.

Anche la tua famiglia ha subito il contraccolpo delle chiusure e della pandemia?

Uno stato di emergenza collettivo che ha toccato grandi e piccoli, ditte e imprese che, con il passare dei mesi, hanno dovuto modificare le loro abitudini operative o addirittura prendere decisioni inaspettate. È in questo scenario che nel 2020 si è verificato un netto calo delle vendite per i principali beni durevoli e di consumo, figlio di un minore potere di acquisto e di una preoccupazione generale.

La situazione economica nel 2020

L’andamento dell’economia ha subito un forte contraccolpo a causa dell’emergenza sanitaria mondiale, il PIL è crollato così come i consumi gli investimenti, le esportazioni e le occupazioni riguardanti il commercio. Un impatto forte che ha fatto registrare un calo nel primo trimestre del 2020 ma soprattutto nel secondo, con una contrazione quantificabile nel 13% del PIL e di quasi il 18% del secondo trimestre 2021 per quanto riguarda la spesa per consumi delle famiglie.

Se i beni non durevoli sono scesi di poco più del 5%, infatti, per quelli durevoli si è registrata una discesa di oltre il 32%. Nelle stime riguardanti il terzo trimestre, invece, la situazione è andata migliorando.

La ripartenza: scenari di ripresa sull’acquisto di beni durevoli

La contrazione dei consumi e il crollo della spesa delle famiglie registrate nel 2020, causata anche dalle molte chiusure e dai periodi di fermo, sembrano essere concluse: la stima dell’aumento del PIL nel 2021 è superiore al 4,5%, un boom auspicato e confermato anche dal ministro dell’economia Daniele Franco e dal Presidente di Confindustria Carlo Bonomi.

I dati del PIL del primo trimestre diffusi dall’Istat hanno registrato un massimo storico rispetto agli investimenti fissi (quasi 80 miliardi di euro, di cui 18,6 per le abitazioni e 18,9 per fabbricati non residenziali e altre opere) e quindi il calo è dipeso quasi esclusivamente dalla spesa delle famiglie.

Per i beni durevoli, infatti, la spesa è aumentata di 312 milioni, per i non durevoli è scesa di 330 milioni e per i semi-durevoli di 4,5 miliardi. Si può quindi comprendere che il calo non sia stato determinato da mancati acquisti di beni ma dai consumi in servizi.

Segnali positivi!

Gli altri due elementi che giocano a favore di questo scenario sono il piano vaccinale che procede a buon ritmo e il Pnrr, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Una serie di segnali positivi per l’andamento dell’economia italiana che fa ben sperare per i prossimi mesi: questo risulta essere un buon momento per le famiglie italiane per effettuare gli acquisti rimandati, anche per comprare i beni durevoli come case o automobili.

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