La cessione del quinto può essere negata sia se si è lavoratori sia se si è pensionati.
Innanzitutto, la richiesta verrà indubbiamente respinta nel caso di mancata copertura assicurativa relativamente al richiedente, una garanzia obbligatoria in questo particolare tipo di finanziamento.
Un eventuale motivo di rifiuto potrebbe essere anche la valutazione negativa dell’azienda per cui lavora il dipendente: ciò avviene nel caso di bilancio aziendale negativo, ripetuti ritardi nel versamento delle quote di cessioni attive, altre situazioni che risultano non solvibili.
Altra possibile ragione relativa all’azienda per cui la cessione del quinto viene negata è il caso di una realtà troppo piccola (generalmente meno di 16 dipendenti) o di una società neonata: è necessario che questa abbia almeno 24 mesi di vita e che abbia già depositato minimo 2 bilanci.
I restanti motivi ricadono per lo più sul richiedente stesso, che non soddisfa una o più delle seguenti condizioni.
Come prima cosa, viene guardato lo stato di salute del dipendente: nel caso di problemi gravi o lunghi periodi di malattia e infortuni, la cessione del quinto rischia di essere rifiutata da parte della Banca.
Allo stesso modo, se il richiedente è un pensionato, vengono controllati sia lo stato di salute, sia l’età, che non deve essere troppo avanzata (il limite per ottenere la cessione del quinto, comunque, è piuttosto alto: fino a 76 anni per i dipendenti e fino a 89 anni non compiuti a scadenza per i pensionati).
In ogni caso, i requisiti fondamentali sono: essere residenti in Italia e percepire un reddito o una pensione italiani.
Se si è richiedente lavoratore, non si può essere neoassunto o avere un contratto di apprendistato o part-time verticale: in tutti questi casi la cessione del quinto viene spesso negata poiché non ci sono garanzie sufficienti riguardo la disponibilità di liquidità.
Anche per questo motivo, per far sì che la richiesta venga approvata, è valido sia per i lavoratori che per i pensionati il criterio del reddito minimo di sopravvivenza, un reddito calcolato in 500 euro mensili che deve rimanere al richiedente una volta tolto l’importo della rata.